Le diagnosi di Disturbi dell’Apprendimento spesso colgono elettivamente la disfunzionalità neuropsicologica e cognitiva scotomizzando la possibilità di considerare altre componenti (affettive e relazionali) nell’etiopatogenesi del disturbo. Problemi di attenzione, impulsività, aggressività sono troppo spesso slegati dalle loro matrici emotive ed i potenziali degli affetti identitari (strutturanti e destrutturanti) possono risultare difficili da riconoscere anche nell’esperienza dell’apprendere. La confusione diagnostica tra disturbi d’ansia e disturbi dell’apprendimento soprattutto nella loro gerarchia fenomenologica individuale e relative comorbilità (ad esempio in profili dislessici) ne rivela il quadro complesso. Una riflessione sulle emozioni e sulle difese (strutturate o in strutturazione) del bambino - in risposta anche ad eventi traumatici - può ridimensionare il sintomo in una lettura clinica più autentica e riposizionarlo su binari di cura più risolutivi ed adeguati, anche con il coinvolgimento attivo della famiglia.

Saranno proposti casi clinici e ne sarà incoraggiata la discussione. 

DATA E LUOGO:
25 SETTEMBRE 2015
ITFB

Ph.D., psicologa clinica, psicoterapeuta ad orientamento psicodinamico, ricercatore di ruolo universitario in Psicologia clinica - Università degli Studi di Urbino, Dipartimento di Scienze dell’Uomo DIPSUM. È attualmente docente di Metodi e tecniche in Psicodiagnosi e Psicodiagnostica dinamico clinica presso la Scuola di Scienze della Formazione, Corsi di laurea in Psicologia (triennale e magistrale) dell’Ateneo. È membro della Commissione Orientamento e Counseling di Ateneo (Servizio Counseling Universitario) ed è componente del Direttivo SISST – Società Italiana per lo Studio dello Stress Traumatico.

 

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